Svezzamento
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Di seguito alcuni dei lavori citati. La bibliografia completa è disponibile a pagina 4.
Grazie per l'attenzione.
16 Svezzamento in altre culture
Per le popolazioni immigrate, nel faticoso adattamento al nuovo contesto di vita, l'alimentazione rappresenta uno dei principali fattori in grado di favorire o di ostacolare un processo difficile e delicato. Il cibo contiene infatti importanti valenze culturali e identitarie, permette il legame (anche affettivo) con le tradizioni del paese di origine e mantiene il gruppo nel nuovo contesto di vita unito e solidale. Come osserva Massimo Montanari: ‘il gusto è anche sapere, è valutazione sensoriale di ciò che è buono o cattivo, piace o dispiace: e questa valutazione viene dal cervello prima che dalla lingua. Da questo punto di vista il gusto non è affatto una realtà soggettiva e incomunicabile, bensì collettiva e comunicata. È un'esperienza di cultura che ci viene trasmessa fin dalla nascita, assieme alle altre variabili che concorrono a definire i valori di una società".
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17 Lo svezzamento vegetariano
Lo svezzamento vegetariano è caratterizzato dall’utilizzo di un’ampia varietà di cibi di origine vegetale e dall’assenza di cibi animali diretti (carne, pesce e derivati). Si articola in due tipologie principali: lo svezzamento latto-ovovegetariano che, oltre ai cibi vegetali, comprende anche l’assunzione di cibi animali indiretti (latticini e uova), e lo svezzamento vegano, in cui tutti i cibi animali sono assenti.
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23 Sicurezza alimentare
Messaggi pubblicitari e alimentazione infantile
24 Alimentazione complementare a richiesta: oltre lo svezzamento
Il termine “auto-svezzamento”, così come le sue due componenti, è non solo brutto ma anche inappropriato. Il bambino infatti non perde alcun vizio, ma comincia a integrare la sua alimentazione con cibi nuovi, per cui attualmente si è recuperata, un po’ ovunque nel mondo, per indicare il passaggio da una alimentazione esclusivamente lattea a una mista con cibi solidi, la definizione di “alimentazione complementare”. Anche il termine “auto” non calza, in quanto il bambino lattante per alimentarsi ha bisogno, sempre e comunque,
dell’aiuto di un adulto, per cui potremo modificare il tutto in “alimentazione complementare a richiesta” (ACR), esattamente come nell’allattamento al seno: in breve, il bambino mangia quando e quanto vuole lui, ma di quello che gli fornisce l’adulto.
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